mercoledì 17 giugno 2009

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Un po' di storia

Animale antico e fiero, ricco di storia e simboli, il cavallo
non finisce mai di stupire. La sua misteriosa sensibilità
gli consente di instaurare una relazione “magica” con
l’uomo. Da quando non ha più una funzione bellica o
produttiva, la sua notorietà è prevalentemente legata allo
sport. Ma non solo. Da qualche decennio, infatti, i cavalli
vengono anche utilizzati in funzione terapeutica per curare
il disagio psichico e varie disabilità. L’ippoterapia ha radici
antiche. Per alcuni risalirebbe addirittura ad Ippocrate di
Coo che tra il quinto e quarto secolo avanti Cristo pare la
consigliasse ai suoi pazienti per la cura dell’insonnia.
In tempi moderni lo studio di questa particolare metodologia
viene riproposta in termini scientifici negli anni Sessanta
ed attuata soprattutto nei Paesi a più alta tradizione
equestre, come Gran Bretagna, Belgio, Germania, Stati
Uniti, Nuova Zelanda. In Italia si è diffusa negli anni
Settanta ed oggi esistono diverse realtà operative. Nel
1982 ad Amburgo in occasione del quarto “International
Therapeutic Riding Congress” furono definite tre diverse
fasi o metodologie d’intervento terapeutico all’interno della
riabilitazione equestre. La prima, definita “Ippoterapia”,
comprende l’approccio iniziale al cavallo e al suo ambiente,
si svolge quindi prima a terra e successivamente
sull’animale accompagnato da un istruttore, per imparare
gli elementi base dell’equitazione, senza però guidarlo
attivamente. La seconda, chiamata “Rieducazione equestre
e volteggio”, si svolge a cavallo con l’intervento attivo
del soggetto, sotto il controllo del terapista, mentre la
terza, detta “Equitazione sportiva per disabili”, rappresenta
il raggiungimento di una notevole autonomia del soggetto,
con possibilità di svolgere normale attività di scuderia e di
equitazione presportiva.
Genova è stata antesignana in questo campo. Nel lontano
1977 un vulcanico medico, Sandro Piccinini, mette a
disposizione il suo maneggio di Cesino, vicino a Pontedecimo,
dei ragazzi handicappati. Negli anni successivi
l’attività si estende anche all’impianto della Società Ippica
Genovese. Sono i primi passi dell’ippoterapia, guardata
con interesse e speranza dalle famiglie e con un certo
sospetto dal mondo scientifico e dall’opinione pubblica. I
risultati sono comunque confortanti, al punto che nel 1985
Piccinini fonda l’”Associazione Sportiva per Handicappati”,
con lo scopo di offrire a tutti la possibilità di fruire
dell’ippoterapia. Iniziano una serie di peregrinazioni fra
vari maneggi: Luceto, presso Albisola, poi Celle Ligure e
infine Crocetta d’Orero e Busalla. Quando nel ’99 scompare
il fondatore, Enrico Carrea, pioniere dell’ippoterapia e
vicepresidente, assume la guida dell’associazione. Oggi il
sodalizio conta una quarantina di soci e si avvale dell’aiuto
di una decina di volontari che si prodigano settimanalmente
per assistere i disabili al maneggio. «L’ho fatto in prima
persona - spiega Carrea - e vi assicuro che è un’esperienza
esaltante. Sentirsi finalmente, lassù sul cavallo, a un
metro e settanta da terra, non dico superiori, ma almeno
uguali agli altri. Col cavallo, poi, s--i crea un rapporto del
tutto speciale. E’ un animale straordinario e versatile. I
nostri venti ragazzi che cavalcano al passo a Celle e a
Cesino sono affetti dai più diversi tipi di handicap. In tutti i
casi l’ippoterapia funziona». Laureato in filosofia, autore di
poesie e racconti, il polisportivo Carrea (equitazione, nuoto,
subacquea, sci e vela agonistica) ha recentemente
pubblicato una serie di storie di sport e handicap raccolte
in un volume, edito dai Fratelli Frilli, dal titolo molto
significativo: “Anche i cavalli sono miopi ma trottano bene”.
Associazione sportiva per Handicappati
Piazza delle Canoniche 3,Genova
Tel. 010 6423362 - 010 584758